19 dicembre, 2011

Commento allo scritto di Gastone Ventura “La donna e la sua posizione nelle organizzazioni iniziatiche


Lo scritto in questione,  che proponiamo ai nostri lettori affinchè possano valutare alcune considerazioni fatte dall'autore relative all’essere donna, è riportato nel sito http://www.loggiadeguaita.com/documenti.php
Si tratta di un documento interessante perchè significativo di un tipo di tradizione culturale esoterica che, tra l’altro anche noi, pur potendone condividere in parte i principi, cui si fa riferimento, ci conserviamo il dubbio del “potrebbe non essere così!”.
Lo scritto è il seguente:

La donna e la sua posizione nelle organizzazioni iniziatiche[1]
di Gastone Ventura
In un mio romanzo esoterico, narrando di una maliarda, regina di un popolo primitivo, scrivo: «Pensai inorridendo che nei tre giorni di lussuria trascorsi con la regina delle montagne, potevo aver fecondato il suo grembo e deposto in esso il germe di vita dal quale poteva nascere la futura regina di quel barbaro paese, che avrebbe regnato governando con quelle leggi inumane. Mi rintronavano nelle meningi le parole della sacerdotessa dal tragico nome: “Che è mai l’amore degli uomini, se non l’attimo fuggente di una necessità di vita, di fronte all’incommensurabile potenza conservatrice della natura femminile?”. E tremavo pensando alla tremenda semplicità di questa enunciazione, che condannava tutti gli esseri maschi a un destino di schiavitù e di morte. Era la logica della mantide religiosa, la legge degli animali inferiori senza spirito e senz’anima, la condanna dell’Umanità, di quell’Umanità che i miei antenati, gli Uomini Rossi caduti dal sole sul lago di Fert, avevano redento con la loro scienza, quella della Conoscenza e del sapere, trasmessa loro dalla Suprema Intelligenza che manovra il Caos, ne trae il Tempo e lo Spazio che il Caos distruggono, e posseggono la natura.» Credo che ben riflettendo su queste poche righe ci si possa render esatto conto di quali siano le possibilità della natura femminile in campo iniziatico. Dicendo iniziatico intendo dire Martinista. Vorrei qui divulgarmi su alcune considerazioni in materia ma penso che coloro che dovranno svolgere il tema in modo particolare lo faranno per me. Qualora la mia opinione fosse discorde lo dirò nel corso della discussione o in via di conclusioni del dibattito.
È certo che questo problema è ben lungi dall’essere risolto, probabilmente non lo risolveranno i maschi, ma le femmine stesse quando avranno preso il sopravvento sugli uomini che hanno perduto la loro virilità spirituale. Inutile e sciocco il pronosticare, ma molto facile il constatare l’attuale stato del problema.
La degenerescenza delle associazioni iniziatiche in consorterie occultistiche in cui la femmina - mezzo ben noto per le operazioni magiche di ogni genere - è assurta ad «operatrice» e spesso a Maestra, ha aperto la porta (con il concorso delle contingenze politiche legate al suffragio universale ed ai cosiddetti diritti della parità) alle possibilità iniziatiche della donna.
Ma, vale ricordare (a conferma di queste degenerescenze) che, tradizionalmente e fin dalle più remote civiltà, la donna aveva diritto ad alcuni tipi di iniziazione ma non poteva trasmettere i poteri iniziatici.
Troppo lungo sarebbe, qui, enumerare — facendo un sia pur breve «excursus» nella storia delle religioni, della magia e dell’esoterismo — questi tipi di iniziazione e la loro genesi.
Ma vale sottolineare un argomento fondamentale senza del quale ogni discorso risulterebbe vano e che, nella sua semplicità, risolve definitivamente (almeno quel che riguarda il settore della metafisica che a noi interessa) il tanto «moderno» e «sociale» problema dell’eguaglianza fra i sessi e della superiorità di un sesso sull’altro. Tutte le discussioni, e vorrei dire le elucubrazioni che si fanno a questi propositi discendono da un’errata interpretazione di ciò che sta alla base: l’enunciazione del problema. Ognuno mi insegna che è inutile proporre e impostare un problema su dati sbagliati. Ad esempio è del tutto inutile chiedersi in quanto tempo un getto d’acqua del volume di cinque metri cubi al secondo potrà riempire un recipiente della stessa capacità di cinque metri cubi il quale non abbia fondo. L’acqua vi entrerà ma non ci sarà tempo che permetta di riempirla. Ancor meglio è del tutto inutile far calcolare ad una nave il giorno in cui, con una rotta che conduce sulle montagne rocciose, potrà qui dar fondo. È ovvio che quella nave non giungerà mai, via mare, sulle montagne rocciose, né potrà dar fondo su di esse. Lasciati da parte gli esempi, torniamo a noi: affermare che una femmina è uguale ad un maschio è affermazione vana, sciocca e fuor di ogni realtà. Tutto quel che può seguire ad una simile affermazione non può essere che un errore.
I dati sui quali si impostano i problemi devono essere reali: così un recipiente potrà essere colmato d’acqua se ha il fondo; così una nave potrà dar fondo sulle montagne rocciose quando il mare ci sarà giunto; così, infine, per porre il problema dei diritti del maschio e della femmina e delle rispettive capacità iniziatiche, è necessario partire dalla inconfutabile realtà che fra maschio e femmina esistono differenze profonde ed essenziali che agiscono non solo sul campo fisico ma anche in quelli psichico e spirituale.
Va anche considerato che, quale controparte di queste diversità - che erroneamente si considerano diversità gerarchiche - sta un fatto reale e incontrovertibile: cioè che maschio e femmina sono ambedue indispensabili ed occupano, in funzione dei rispettivi valori sostanziali, due piani diversi che è impossibile trasferire in valori gerarchici.
Purtroppo la necessità del vivere sociale, l’organizzazione che ne deriva nei settori politico ed economico sui quali l’umanità ha impostato le varie civiltà, hanno determinato gerarchie dello stesso tipo che erroneamente vengono scambiate per gerarchie di ordine iniziatico o addirittura metafisico. Così, nelle associazioni occultistiche si tende oggi a sovvertire, non le gerarchie umane (Gran Maestranze, cariche amministrative eccetera) ma quelle di carattere iniziatico. Infatti, non ci sarebbe alcunché di strano e neppure di antitradizionale che una donna saggia sedesse al mio posto e governasse l’Ordine in via amministrativa. Lo strano, irrituale e antitradizionale, sarebbe che essa pretendesse di governarlo iniziaticamente nel senso di sovrintendere o dare essa stessa le iniziazioni.
Esempi di questo genere se ne sono avuti: ma la Regina aveva sempre al suo fianco un consigliere, un ministro o un consiglio di saggi (sempre maschi) che provvedevano a sanare la sua incapacità iniziatica di «trasmettere».
Molti equivocano. Così si equivoca sullo Spirito Santo che secondo alcuni sarebbe di natura femminile; sulla Sophia, sull’Ennoia e via dicendo, senza rendersi conto che maschile e femminile sono termini presi a prestito dalla lingua per potersi esprimere (es.: la luna, femminile, in tedesco è di persona maschile, Der Mund), e che tutto si basa su una questione fondamentale: la generazione: generazione di uomini, di pianeti, di costellazioni, di cieli, di Boni, di Angeli, di Dei. E, per renderlo comprensibile agli uomini, si sono scelti due simboli: il phallus e la kteis. Laddove entra in giuoco la partenogenesi (all’inizio) si rappresenta l’incomprensibile all’umana natura con l’unione dei due organi della mascolinità e della femminilità in un unico organismo: l’Androgine.
Sta di fatto, però, che una lotta esiste tra le due forze della vita: tra la femminilità e la mascolinità. La femmina vuol sottrarre al maschio il suo seme che è la sua potenza, e con esso legarlo a lei attraverso il frutto che ne sorge. Sottraendo al maschio il suo seme la femmina acquista la di lui potenza. Ma, peraltro, non può sottrargli la sua facoltà di seminatore. Può soltanto possedere (poiché in realtà è lei che possiede e non il maschio), mantenere e conservare, ma non può seminare.
Concludendo, mi pare che la posizione della donna nell’Ordine Martinista sia molto chiara: può essere iniziata ma non può iniziare. Come iniziata è pari all’uomo, ma sorella, e dà all’ordine tutti i frutti della sua sensibilità, della sua istintiva chiaroveggenza ed è strumento efficacissimo e indispensabile per determinate operazioni (se si fanno); come iniziatore non potrebbe portare che male: ogni rito da Lei diretto sarebbe un sacrilegio.
Ma vale sottolineare un argomento fondamentale senza del quale ogni discorso risulterebbe vano e che, nella sua semplicità, risolve definitivamente (almeno quel che riguarda il settore della metafisica che a noi interessa) il tanto «moderno» e «sociale» problema dell’eguaglianza fra i sessi e della superiorità di un sesso sull’altro. Tutte le discussioni, e vorrei dire le elucubrazioni che si fanno a questi propositi discendono da un’errata interpretazione di ciò che sta alla base: l’enunciazione del problema. Ognuno mi insegna che è inutile proporre e impostare un problema su dati sbagliati. Ad esempio è del tutto inutile chiedersi in quanto tempo un getto d’acqua del volume di cinque metri cubi al secondo potrà riempire un recipiente della stessa capacità di cinque metri cubi il quale non abbia fondo. L’acqua vi entrerà ma non ci sarà tempo che permetta di riempirla. Ancor meglio è del tutto inutile far calcolare ad una nave il giorno in cui, con una rotta che conduce sulle montagne rocciose, potrà qui dar fondo. È ovvio che quella nave non giungerà mai, via mare, sulle montagne rocciose, né potrà dar fondo su di esse. Lasciati da parte gli esempi, torniamo a noi: affermare che una femmina è uguale ad un maschio è affermazione vana, sciocca e fuor di ogni realtà. Tutto quel che può seguire ad una simile affermazione non può essere che un errore.
I dati sui quali si impostano i problemi devono essere reali: così un recipiente potrà essere colmato d’acqua se ha il fondo; così una nave potrà dar fondo sulle montagne rocciose quando il mare ci sarà giunto; così, infine, per porre il problema dei diritti del maschio e della femmina e delle rispettive capacità iniziatiche, è necessario partire dalla inconfutabile realtà che fra maschio e femmina esistono differenze profonde ed essenziali che agiscono non solo sul campo fisico ma anche in quelli psichico e spirituale.
Va anche considerato che, quale controparte di queste diversità - che erroneamente si considerano diversità gerarchiche - sta un fatto reale e incontrovertibile: cioè che maschio e femmina sono ambedue indispensabili ed occupano, in funzione dei rispettivi valori sostanziali, due piani diversi che è impossibile trasferire in valori gerarchici.
Purtroppo la necessità del vivere sociale, l’organizzazione che ne deriva nei settori politico ed economico sui quali l’umanità ha impostato le varie civiltà, hanno determinato gerarchie dello stesso tipo che erroneamente vengono scambiate per gerarchie di ordine iniziatico o addirittura metafisico. Così, nelle associazioni occultistiche si tende oggi a sovvertire, non le gerarchie umane (Gran Maestranze, cariche amministrative eccetera) ma quelle di carattere iniziatico. Infatti, non ci sarebbe alcunché di strano e neppure di antitradizionale che una donna saggia sedesse al mio posto e governasse l’Ordine in via amministrativa. Lo strano, irrituale e antitradizionale, sarebbe che essa pretendesse di governarlo iniziaticamente nel senso di sovrintendere o dare essa stessa le iniziazioni.
Esempi di questo genere se ne sono avuti: ma la Regina aveva sempre al suo fianco un consigliere, un ministro o un consiglio di saggi (sempre maschi) che provvedevano a sanare la sua incapacità iniziatica di «trasmettere».
Molti equivocano. Così si equivoca sullo Spirito Santo che secondo alcuni sarebbe di natura femminile; sulla Sophia, sull’Ennoia e via dicendo, senza rendersi conto che maschile e femminile sono termini presi a prestito dalla lingua per potersi esprimere (es.: la luna, femminile, in tedesco è di persona maschile, Der Mund), e che tutto si basa su una questione fondamentale: la generazione: generazione di uomini, di pianeti, di costellazioni, di cieli, di Boni, di Angeli, di Dei. E, per renderlo comprensibile agli uomini, si sono scelti due simboli: il phallus e la kteis. Laddove entra in giuoco la partenogenesi (all’inizio) si rappresenta l’incomprensibile all’umana natura con l’unione dei due organi della mascolinità e della femminilità in un unico organismo: l’Androgine.  
Sta di fatto, però, che una lotta esiste tra le due forze della vita: tra la femminilità e la mascolinità. La femmina vuol sottrarre al maschio il suo seme che è la sua potenza, e con esso legarlo a lei attraverso il frutto che ne sorge. Sottraendo al maschio il suo seme la femmina acquista la di lui potenza. Ma, peraltro, non può sottrargli la sua facoltà di seminatore. Può soltanto possedere (poiché in realtà è lei che possiede e non il maschio), mantenere e conservare, ma non può seminare.
Concludendo, mi pare che la posizione della donna nell’Ordine Martinista sia molto chiara: può essere iniziata ma non può iniziare. Come iniziata è pari all’uomo, ma sorella, e da all’ordine tutti i frutti della sua sensibilità, della sua istintiva chiaroveggenza ed è strumento efficacissimo e indispensabile per determinate operazioni (se si fanno); come iniziatore non potrebbe portare che male: ogni rito da Lei diretto sarebbe un sacrilegio. 

[1]    Fonte: Esopedia    
Lo scritto pur nella sua semplicità di ragionamento è alquanto eloquente circa l'affermazione messa bene in chiaro,  del principio "filosofico" della supremazia dell'uomo rispetto alla donna.
Sorge però un primo dubbio: l'uomo potrebbe fare a meno della donna per il proprio ascenso? la donna potrebbe fare a meno dell'uomo per il proprio ascenso?  Se così fosse allora si potrebbe fare a meno di distinguere un principio maschile e un principio femminile...Si dia il caso invece della necessità necessitante dei due principi e che difficilmente si può immaginare uno spirito tutto maschio e uno spirito tutto femmina nel mondo del soprasensibile.

04 dicembre, 2011

Un buon consiglio

  La vita dell'ermetista deve essere sobria sotto tutti i punti di vista, ma...semel in anno licet insanire.
  Al mattino berrai un mezzo bicchiere di latte di soya, dentro vi metterai un cucchiaino di polline da fiore e un cucchiaino di miele di sulla. Mescolerai tutto e lascerai decantare per cinque minuti.
  La stessa "pozione" potrà esserti utile per l'assunzione di farmaci del mattino.

26 novembre, 2011

La biblioteca del Re

  Il 13 agosto 1792 il re Luigi XVI, monarca di Francia appartenente alla famiglia reale Borbone, ma rinominato dalla Convenzione Nazionale Luigi Capeto dal nome della antica dinastia, venne trasferito con la sua famiglia, Maria Antonietta, i figli Maria Teresa e il delfino Luigi Carlo, alcuni nobili cortigiani e pochi domestici, nell'antico monastero del Tempio, nel distretto parigino di Marais non lontano dalla Bastiglia, luogo che era appartenuto ai Templari e all'epoca dei fatti di proprietà della famiglia Artois.

  Al Re furono assegnati una stanza al terzo piano della Piccola Torre e un piccolo studio dislocato della Torretta che consisteva in una biblioteca le cui pareti erano tappezzate di libri. Si trattava di 1500 volumi, che avevano costituito l'archivio dei cavalieri di Malta e che per l'occasione resero meno triste gli ultimi mesi di esistenza terrena del monarca.

  Il re Luigi XVI infatti infatti trascorse quel terribile periodo leggendo alacremente i testi che trovava.

  Allo stesso modo di come il re si poté "consolare" con le letture dell'archivio dei Templari, pensiamo che anche i notri lettori possano farlo e pertanto proponiamo un lungo elenco di libri che speriamo costituire una fonte interessante per ulteriori ricerche personali.

  1. Corpus Hermeticum, Bompiani 2005
  2. Richard Bach, Le ali del tempo, Rizzoli 1999
  3. Roger Penrose, La strada che porta alla realtà, Rizzoli 2005
  4. Werner Heisenberg, Fisica e filosofia, Il Saggiatore 2008
  5. Manjit Kumar, Quantum, Oscar Mondadori 2011
  6. Marcus du Sautoy, Il disordine peerfetto, Rizzoli 2007
  7. Paracelso, I sette libri dei supremi insegnamenti magici, Giunti Editore 2007

12 novembre, 2011

L'Uomo Dio

"Egli coltiva la terra, si mescola agli elementi con la velocità, discende nelle profondità del mare con l'acutezza della sua mente: ogni cosa gli è lecita e il cielo non gli sembra troppo alto quasi come se con la saggezza della sua anima lo misurasse da vicino...egli è infatti tutte le cose ed è dovunque."  (Asclepio)

06 novembre, 2011

da Il Codice dell'Anima


Se l’ambiente significa letteralmente, ciò che c’è intorno, allora si deve intendere tutto, ma proprio Tutto, ciò che è intorno.
Infatti la psiche inconscia sceglie in modo arbitrario tra le cose incontrate quotidianamente nell’ambiente.
Informazioni minuscole e banali possono avere effetti psichici subliminali giganteschi,  come mostrano i residui  diurni nei nostri sogni.
Gran parte della nostra giornata passa inosservata e non sarà mai più ricordata, ma ecco che la psiche pesca i rottami che galleggiano nell’ambiente e li consegna al sogno.
Il sogno, l’impianto di riciclaggio dell’ambiente, trova  nella spazzatura i valori dell’anima-
Il sogno: un artista che si appropria di immagini presenti nell’ambiente per richiamarli alla memoria più tardi, in pace.
Poichè lo spazio in cui ci aggiriamo è fatto di realtà psichiche che influiscono sulla nostra vita, dovremmo ampliare la nozione di ambiente nel senso di una ecologia del profondo, partendo dall’ipotesi che il nostro pianeta sia un organismo vivente che respira e si autoregola.
Poichè qualunque cosa abbiamo intorno può nutrire la nostra anima in quanto alimenta immaginazione, la fuori è pieno di materia animica.
E allora perchè non ammette, con l’ecologia del profondo, che l’ambiente stesso è intriso di anima, animato, inistricabilmente fuso con noi e non già sostanzialmente separato da noi?
La visione ecologia restituisce all’ambiente anche l’idea classica di “Providentia”: l’idea che il mondo provvede a noi, bada a noi, ci accudisce perfino.
E ci vuole vedere inotrno.
Predatori, tornado, tafani in giugno sono soltanto frammenti del quadro.
Provate a pensare a quante cose buone e profumate ci sono , invece.
Credete che gli uccelli contino solo per gli altri uccelli?
Questo pianeta respirabile, commestibile, bello e piacevole, rifornito e tenuto in ordine invisibilmente, ci mantiene tutti grazie al suo sistema di sostegno alla vita.
Questa sì che è cultura.
L’ambiente allora, sarebbe immaginato ben aldilà delle condizioni sociali ed economiche, al di là di tutto l’impianto culturale, come comprendente ciascuna piccola cosa che si prende cura di noi ogni giorno: i nostri pneumatici, e le tazze di caffè e le maniglie delle porte ed il libro che ho in mano.
Diventa impossibile escludere come irrilevante questo pezzetto di ambiente a favore di quellìaltro che invece avrebbe senso, come se si potessero disporre in ordine d’importanza i fenomeni del mondo.
D’importanza per chi?
Anzi, deve cambiare la nostra stessa nozione di importanza; invece di importante per me, penseremo: “importante per altri aspetti dell’ambiente”.
Ci domanderemo: Questa cosa  fornisce nutrimento ad altre cose che ci sono intorno?
Dà un contributo alle intenzioni del campo, di cui io sono soltanto una piccola effimera parte?
Via via che si trasforma la nozione di ambiente anche il nostro modo di vedere l’ambiente cambia.
Diventa sempre più difficile dividere con un taglio netto psiche e mondo, soggetto e oggetto, qui dentro e là fuori.
Non so più con certezza se la psiche è dentro di me o se io sono nella psiche come sono nei miei sogni, nelle atmosfere del paesaggio e nelle strade della città come sono nella “musica sentita coì intimamente da non sentirla affatto, ma finchè essa dura, tu sei la musica”. (T.S.Eliot)
Dove finisce l’ambiente e dove incomincio io, e anzi come posso cominciare, senza essere in qualche luogo, coinvolto intimamente e nutrito dalla natura del Mondo?

26 giugno, 2011

Struttura generale dell’essere umano

A) Nozioni di anatomia e di fisiologia. Vanno consigliate tavole di nozioni anatomiche per la visualizzazione degli organi da guarire.
B) Generalità sulla dottrina dei quattro corpi. E’ necessario far comprendere allo studioso che i quattro corpi – saturniano, lunare, mercuriale e solare sono compenetrati in modo che ogni cellula e ogni atomo del corpo fisico umano contiene gli altri tre rudimentalmente e atomicamente.
+++
L’uomo perfetto scientificamente è non tutto corpo e non tutto spirito, ma l’integrazione dei poteri dello spirito nel corpo che lo alimenta e serve alle sue manifestazioni in un equilibrio costante da precludere la sua unità a tutte le prevaricazioni dei due fattori che lo compongono.
In termini chiari: è imperfetto un uomo che vive in uno stato di esuberanza animica, come è imperfetto colui che vegeta affogando nella carne i diritti dell’anima.
Qui è necessario comprendere la costituzione dell’uomo.
L’uomo deve essere considerato come un essere che contiene in sé i quattro elementi che costituiscono l’Universo:
1 – un corpo sensibile e grave (carne, ossa, tessuti cornei);
2 – una emanazione più sottile emanante dal primo e costituente la sensibilità più grave (nervi, centri nervosi, cervello);
3 – una più completa individualità emanante dai due precedenti e costituente la sua mentalità o uomo mentale:
4 – un principio luminoso intellettivo, partecipante della vita universale e quindi fonte inesausta della vitalità, tanto spirituale che corporale.
I nomi che la Magia dà a questi quattro elementi costitutivi sono tradizionali e presi a prestito dalla mitologia.
1 – Corpo saturniano, mangia, divora, si rinnova, si riproduce.
2 – Corpo lunare, vive della fonte del primo come la luna della luce del sole.
3 – Corpo mercuriale, individualità risultante, cioè uomo mentale alato al capo e ai piedi.
4 – Corpo solare, individualità divina che non si manifesta all’uomo che per mezzo del corpo, che a sua volta si manifesta al lunare e questo al saturniano.
Il discepolo deve comprendere che questa divisione è puramente fatta per intendersi in materia concreta, ma che non esiste veramente nell’uomo perché questi quattro corpi sono compenetrati in modo che ogni cellula, ogni atomo del corpo fisico umano contiene gli altri tre rudimentalmente o atomicamente.
Dunque l’uomo nella sua unità e sintesi è il risultato di due estremi: corpo fisico saturniano che assorbe dalla terra e dalle sensazioni prettamente fisiche di cui sta a contatto, educazione, ambiente più immediato, e corpo solare, limite opposto che partecipa alla vita più alta non della terra sola, ma dell’immenso universo composto dall’infinito dei mondi costituenti i sistemi planetari noti e ignoti agli astronomi.
Le idee umane o terrestri (humus, terra) dai sensi fisici passano alla riserva dei centri nervosi per mezzo dei nervi che sono i veicoli della sensibilità saturniana.
Le idee o conoscenza divine (Dio, o Zeus il fulmine), cioè le idee del grandioso e vasto, ignoto al corpo saturniano, ci vengono dalla individualità più alta solare per mezzo della mente o meccanismo mentale e mercuriale.
Preponderando le sensazioni basse si preclude la via alle percezioni alte e, viceversa, se predomina il principio solare o spirito divinizzante, il corpo saturniano è insufficiente a conservare le funzioni di vita fisica.
L’equilibrio tra i quattro elementi è rappresentato come una personalità vera e reale partecipante alla vita terrestre e universale e che corrisponderebbe al Cristo dei cattolici, all’Ermes dei Greci e al Mercurio dei filosofi.
Quindi l’integrazione umana comincia a comparire e a progredire a grado a grado che l’Ermes compare e progredisce nell’uomo.
Quindi Ermes è una entità divina che si concepisce come il tipo perfettissimo dell’equilibrio tra due binomi:


        SATURNIANO                             MERCURIALE
        ------------------         ERMES        -----------------
    LUNARE                                           SOLARE


come si può intendere per lo stato di luce equilibrata beatificante che ci predispone alla conoscenza dei segreti di tutto ciò che esiste.
Il sacerdozio mitico diceva che Mercurio o Ermete era nato da Maia figliola di Atlante (colui che volle scoprire il segreto dell’Olimpo) e da Giove, il re dei cieli, per indicare la partecipazione della mente ermetica ai due estremi e il Dio supremo, cioè universale, gli donò le ali alla testa e ai piedi per velocemente eseguire i suoi voleri nei cieli e sulla terra.
Ciò vuol dire che questo stato lucido equilibrio mentale (ermetico e mercuriale) è di origine divina e terrestre, ma agente nella divinità incomprensibile ai volghi e nella vita pratica della terra.
Quindi il discepolo intenda l’Ermes come la sorgente della scienza pura integralizzante e infallibile, perché vede nel finito relativo e nell’infinito assoluto.
Non confondete: non ho detto quattro parti, ma quattro corpi, ognuno dei quali è sublimazione del più basso, cioè del Saturno, padre di tutti gli altri.
Ecco perché tutto proviene dal mondo della materia.
La nostra Scuola Ermetica procede nella sua analisi dal basso in alto, dalla materia alla luce, che è materia in stato di vibrazione; dalla materia al magnetismo, che è la potenziale specifica della sua atomizzazione; dalla materia alla trance che corrisponde allo stato passivo della coscienza per la liberazione del NUME che è intensificazione della Luce.
Perciò il nostro organismo non ha parti oltre le divisioni anatomiche, ma i suoi componenti sono corpi di natura elementare e complessa, in modo che ogni atomo, molecola e cellula comprende specificamente questi corpi che sono come origine Saturniani e poi, in stato di trasformazione, Lunari e Mercuriali, evolventesi e sublimantisi fino al corpo in vibrazione di Luce, che è Solare.

I TAROCCHI

Nell'mmagine mentale la soluzione ai problemi, provate a fissare nella mente ogni singola figura degli arcani maggiori e poi provate a sceglierne una o due o tre a caso e la soluzione alla domanda è bell'è pronta.

   http://www.horoscopofree.com/it/calconline/tarot/images/carta_2.gif                    

24 giugno, 2011

Zarathustra

Un giorno al mio nome si ricollegherà il ricordo di qualcosa di enorme, di una crisi, come mai ve ne furono sulla terra, di un conflitto di coscienza contro tutto quello che finora è stato creduto, richiesto, consacrato. (Friedrich Nietzsche)

22 giugno, 2011

Citazione

"Mio Dio fa che nel momento in cui la mia carne pecca, il mio pensiero voli a te"  (Tommaso da Kempis, Imitazione di Gesu)

18 giugno, 2011

La ricerca della Pietra Filosofale


La ricerca della Pietra Filosofale
Noi non sappiamo chi può essere degno  di porsi in tale ricerca, ma sosteniamo  che le vie del Signore sono infinite e che spesso  l’angelo che è in ogni individuo può, in determinate circostanze  e in una certa contestualizzazione, che può essere la più moderna e la più improbabile, riconoscere la propia missione  e volare in alto verso il sole. Di certo non sarà il presunto maestro con il pennacchio in testa o un timbro  a forma di corona dorata a fornire la patente per la ricerca, anzi è molto probabile che il fragore delle polemiche  suscitate e il volere assurgere a unico depositario “autorizzato” di un’arte antica quanto la razza umana, possano appunto rappresentare la negazione per ritrovare se stessi.
Perchè il crogiolo della vita è il fondamento della ricerca e va scovato soltanto nel profondo dell’animo umano.

NÉ TEMPO NÉ SPAZIO (PARADOSSI)

Il Tempo

Che il tempo in sè come concettualità non esistesse è fatto ormai ritenuto da molti: per alcuni è solo una dimensione mentale caratterizzata soprattutto da una successione di accadimenti inseriti in un contesto spaziale o reale. Ma se poi anche lo spazio diventa non reale, essendo anch’esso una dimensione mentale, si dovrà ammettere che sia lo spazio che il tempo sono dei modi di essere del nostro io che possono essere pensati e immaginati.
Che il tempo fosse una dimensione, una categoria della nostra mente è dimostrabile facilmente con un semplice ragionamento. Partiamo dal considerare il passato, esso non può necessariamente esistere più essendo ormai passato e semmai identificato come un ricordo nella memoria o come un arido elenco di accadimenti, descritti più o meno completamente  e riposti in una biblioteca o un supporto mediatico; di tali accadimenti l’essenza non potrà mai più essere compresa appieno. Il passato inoltre potrà essere messo in dubbio anche come accadimento non accaduto e trasformato in mito.
Allo stesso modo il futuro non esiste in quanto non è ancora avvenuto e la sua esistenza semmai può esistere nella immaginazione individuale come semplice elencazione e successione di accadimenti che potranno, ma non necessariamente, accadere.
Quindi sia nel primo che nel secondo caso è legittimo il dubbio se quegli accadimenti  del passato siano per davvero accaduti e se quegli accadimenti immaginati per il futuro accadranno per davvero.
In effetti nel sogno sia il tempo passato che il tempo futuro sono rappresentati come in un lampo immaginativo che non ha alcun aggancio con la realtà se non quando ci si risveglia e si comprende che è stato tutto un sogno e non realtà.
Ma allora quando il tempo può entrare a far parte della realtà? Una risposta potrebbe essere verosimilmente la seguente: nel momento attuale, nell’attimo cioè della vita di ogni essere che lega il fare adesso con il passato (già fatto) e con il futuro (si farà). Ma purtroppo anche l’attimo del fare, l’attimo presente, il momento attuale non può esistere se non nella teoria immaginativa in quanto esso nel momento stesso che viene compiuto fa parte ormai del passato e pertanto non esiste più, nelmomento che sta per essere compiuto fa parte anche del futuro che però anch’esso non esiste perchè ancora non è avvenuto. L’attimo presente è quel punto immaginario, non reale, che unisce il passato e il futuro.
Il tempo dunque ha una dimensione solo immaginativa, cioè può solo esistere nella realtà immaginativa del pensiero, legata per giunta ad ogni singolo individuo e, come tale, non potrà mai essere uguale ad un’altra essendo ogni individuo uguale solo a se stesso, tra i miliardi di miliardi di individui che sono esistiti, esistono ed esisteranno.